sabato 10 marzo 2012

Poca acqua, tanti rifiuti: Messina in piena emergenza


Publicato su I Vespri, numero 10 Anno VII (17 Marzo 2012)

"Tra la gente che non riesce a lavarsi per la mancanza d'acqua e i rifiuti che stanno letteralmente sommergendo le strade, a Messina c'è un po' di mal odore". E' proprio questo il sagace commento che appare in bella vista in una pagina del famoso social network Facebook. Ma si tratta solo di ironia e cinismo alla stato brado oppure a Messina risulta davvero difficile respirare?
Per rispondere correttamente alla domanda bisognerebbe analizzare, passo dopo passo, le varie cause che negli ultimi giorni hanno condotto a questo pietoso stato di cose (vedi foto).
Partiamo da un assioma base: da che Messina è Messina, l'emergenza rifiuti è stato sempre un fattore a rischio.
Da quando, però, il Sindaco Giuseppe Buzzanca ha stabilito la messa in liquidazione sia di Ato3 che di Messinambiente, società che gestisce i rifiuti in città, gli eventi hanno iniziato a prendere strade sempre più devianti.
Innanzitutto le proteste dei lavoratori.

"In considerazione della mancanza di prospettiva da parte del Sindaco, l'attivo dei delegati aziendali di Messinambiente ha deciso di avviare una serie di iniziative di protesta". E' il 14 febbraio e Clara Crocè, Segretario Generale della FP CGIL, insieme a Silvio Lasagni, Segretario Generale della UILtrasporti, proclama lo stato di agitazione di tutto il personale dell'azienda, aggiungendo che "a causa di questa scellerata scelta del Comune, i cittadini potrebbero trovarsi a subire gravi disagi in termini di servizio oltre che in termini di costi".
Neanche il tempo di percepire il messaggio che, nel giro di pochi giorni, Messina si trasforma nel set di un film dell'horror degno dei maestri holliwoodiani, con sacchetti ambulanti e odori letali in ogni dove.

E, come se non bastasse, accanto all'emergenza rifiuti va velocemente collocandosi un'altra emergenza (anch'essa degna di un classico di horror), quella idrica.

Mancanza di acqua, mancanza di raccolta di rifiuti, mancanza di condizioni igienico-sanitarie, mancanza di aria pulita da respirare: ecco come appare oggi la città.
Insomma, come è stato più volte sottolineato, "il problema non è che a Messina manca l'acqua, il problema è che a Messina manca dall'acqua fino al sale".
E, (che te lo dico a fare?), a pagare sono sempre i cittadini.

Da parte sua, Buzzanca ha cercato di rassicurare tutti dichiarando che per scongiurare il rischio di un'emergenza igienico-sanitaria "non esiteremo a ricorrere a ditte esterne".
Dall'altra parte, invece, Messinambiente fa presente che "sono già usciti 12 mezzi" e che, pian piano, "si cercherà di recuperare salvando il salvabile".
"Leveremo tutti i sacchetti che ci sono per strada" ha difatti dichiarato la Crocè nell'annunciare la sospensione della protesta. Sottolineando, come postilla: "Non dite che non vi avevamo avvertito, ma soprattutto non fate credere che quello dei lavoratori sia stato un capriccio perché da più anni invitiamo la società, l'Asp5 e l'ispettorato del lavoro, a verificare lo stato igienico dell'autoparco di via Salandra (in cui sostano i mezzi di Messinambiente), ma ad oggi non si è ancora visto nessuno".

Stipendi ritardatari, soldi spariti chissà dove, esigenza di lavorare in condizioni di sicurezza: la realtà è che Messinambiente è sprofondata in un baratro da cui è diventato difficile, se non impossibile, risollevarsi.
Da qui la decisione di mettere tutto in liquidazione.
"Ma non è la liquidazione a risolvere il problema. Noi lavoriamo in condizioni pietose. A parte stipendi e rischi materiali, non possiamo dimenticare il problema tecnico - sottolinea un dipendente dell’azienda- qui mancano i mezzi. Di recente ne sono stati acquistati tre, ma sono del 2002, ed uno è già guasto per cui non può effettuare servizio".
Al momento, infatti, sono solo 7 gli autocompattatori ufficialmente in circolazione, affiancati da 13 non idonei e 19 guasti.
Un allarme, quello di Messinambiente ma, in generale, quello di tutta la cittadinanza ritrovatasi sommersa dall’immondizia, che ha fatto il giro dell'isola andandosi a depositare anche sul tavolo dell'ufficio commissariale di Palermo. La risposta? "Non si può parlare di vera e propria emergenza, ma solo di una crisi passeggera".
Sarà che, a Palermo, il cattivo odore non è ancora arrivato. Sarà che bisognerà attendere qualche vento da oriente per far migrare la cappa messinese verso le zone della Mondello balneare. Ma di certo, per allora, anche lì qualcuno comincerà a parlare di emergenza.

Per il momento, una cosa è certa: i messinesi dovranno godersi lo spettacolo da soli.
"Ogni mattina, in Africa, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone se non vuole essere mangiata".
Anche a Messina vale la stessa legge.
Ogni mattina un messinese si alza, apre la finestra, vede i cumuli di immondizia e sa che dovrà correre più veloce della luce per trattenere il fiato e non svenire privo di sensi.

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