Mancano ancora tre mesi alle Amministrative Comunali ma già possiamo affermare di essere entrati, a pieno regime, in quella fase in cui esiste tutto e il contrario di tutto.
Annunci, smentite, alleanze che durano il tempo di un caffè ristretto, bufale giornalistiche, candidati che entrano, candidati che escono, candidati che rimangono senza simbolo e allora se ne inventano uno (perché arrendersi e conservare la faccia MAI), gente comune che si ritrova candidata a sua insaputa, partiti che non sanno dove estrarre il “nome Sindaco dell’anno”, movimenti che aprono sedi qua e là e comitati che elemosinano soltanto un po’ di considerazione.
Insomma, è una città che sta letteralmente per implodere.
La categoria più bella però, concedetemelo, è quella dei perenni indecisi, di coloro che la mattina si svegliano con un’idea e la sera si coricano con l’idea esattamente opposta. Ormai non si tenta neanche più di mantenere una coerenza, sol solo che sia apparente.
Al momento è tutto in stallo.
Il Pd, come ormai sua consuetudine, si spinge verso l’inesorabile via del ridicolo: primarie sì, primarie no, primarie “a menza botta”, primarie il 7 aprile, primarie “non lo so”, primarie aperte ai 16enni, primarie “perché? Abbiamo un nome che va bene a tutti”, primarie senza contributo da parte dei votanti. Sembra un gioco di cui, ahimè, nessuno conosce le regole.
Gli unici che chiedono a gran voce lo strumento democratico, peraltro previsto nel regolamento dello stesso partito, sono solo i “renziani” che hanno già proposto la candidatura di Ciccio Palano Quero.
Una cosa è certa: lunedì 18 si terrà la direzione PD e, forse, si arriverà alla conclusione definitiva di questo misterioso giallo.
Nel frattempo, come è giusto che sia, continuano a spuntare nomi e nomignoli. La new-entry di questa settimana è Enrico Spicuzza.
Attuale Commissario Atm (nominato da Croce dopo le dimissioni di Alligo), Spicuzza è sponsorizzato dal neo-senatore del Megafono, Giuseppe Lumia, e per forza di cose si ritrova oggi ad essere sotto la luce del riflettore del Presidente della Sicilia, Rosario Crocetta.
Insomma, è una città che sta letteralmente per implodere.
La categoria più bella però, concedetemelo, è quella dei perenni indecisi, di coloro che la mattina si svegliano con un’idea e la sera si coricano con l’idea esattamente opposta. Ormai non si tenta neanche più di mantenere una coerenza, sol solo che sia apparente.
Al momento è tutto in stallo.
Il Pd, come ormai sua consuetudine, si spinge verso l’inesorabile via del ridicolo: primarie sì, primarie no, primarie “a menza botta”, primarie il 7 aprile, primarie “non lo so”, primarie aperte ai 16enni, primarie “perché? Abbiamo un nome che va bene a tutti”, primarie senza contributo da parte dei votanti. Sembra un gioco di cui, ahimè, nessuno conosce le regole.
Gli unici che chiedono a gran voce lo strumento democratico, peraltro previsto nel regolamento dello stesso partito, sono solo i “renziani” che hanno già proposto la candidatura di Ciccio Palano Quero.
Una cosa è certa: lunedì 18 si terrà la direzione PD e, forse, si arriverà alla conclusione definitiva di questo misterioso giallo.
Nel frattempo, come è giusto che sia, continuano a spuntare nomi e nomignoli. La new-entry di questa settimana è Enrico Spicuzza.
Attuale Commissario Atm (nominato da Croce dopo le dimissioni di Alligo), Spicuzza è sponsorizzato dal neo-senatore del Megafono, Giuseppe Lumia, e per forza di cose si ritrova oggi ad essere sotto la luce del riflettore del Presidente della Sicilia, Rosario Crocetta.
Spicuzza sì, Spicuzza no? Sembra che lo stesso Pd Francantoniano e l’Udc D’aliliano possano altresì dare il loro endorsment a questa candidatura unica.
“Solito tentativo maldestro di abolire lo strumento democratico delle Primarie. I cittadini non hanno bisogno di questo ma di una politica vera che, attraverso l’ascolto, si occupi dei loro problemi”, ha commentato a caldo Quero.
D’altro canto, così facendo, andrebbe anche a perdere consistenza il nome di Aurora Notarianni, vicepresidente della Sezione Siciliana degli Avvocati giuslavoristi e super favorita di Crocetta.
Per continuare a creare panico, qualcuno ha anche gettato nella “rizza” il nome di Nino Beninati che però dichiara di venire a conoscenza di queste ipotesi solo attraverso i giornali. E poi aggiunge: “Se dovessero chiedermi di candidarmi? Sì, probabilmente mi sacrificherei. Ed utilizzo questo termine perché so in che condizioni è questa città e so che esserne Sindaco non sarebbe un gioco per nessuno, ma una grande, grandissima responsabilità”.
E Liliana Modica? “Appari e scompari così…” recitava una nota canzone nostrana.
Mentre, della serie “per favore non dimenticateci”, il Comitato La Nostra Città di Saro Visicaro ha fatto sapere, attraverso una nota, di non essere stato mai stato contattato da nessuno dei coalizzati ma che, allo stesso tempo, questo non è “un danno grave”. Appunto.
Spostiamoci a destra perché, anche nel Pdl è giunta la new-entry della settimana. Si chiama Dario Caroniti, ultranoto alla cittadinanza, docente universitario (schieratosi apertamente contro il Rettore e gli scandali UNIME delle ultime settimane – era già campagna elettorale?), ex assessore alle Politiche della Famiglia, dei Rapporti con le Chiese e Politiche della Sicurezza nonchè, dopo le dimissioni-Aliberti, anche dei Servizi Sociali.
Caroniti sa benissimo che su di lui, però, pesa una zavorra: “Sembra proprio che non mi si perdonerà mai di avere accettato di fare parte della giunta Buzzanca” ha dichiarato tramite Facebook. Appunto.
Non che Buzzanca si dia per vinto (questo MAI), tanto è vero che l’asse Aennino Buzzanca-Nania (escluso categoricamente dal restante Pdl) è già pronto a far scendere in campo un proprio favorito. Insomma, tremate popoli.
Punto interrogativo è invece Fabio Mazzeo che, da Roma con furore, continua a rilasciare interviste e dichiarazioni a iosa.
Che si candidi, non vi è dubbio. Che possa essere il prescelto Pdl (e allora ciao ciao Caroniti), invece, non si è ben capito.
Altra grande incertezza è il Movimento 5 Stelle che sembra non aver ancora puntato il dito in favore di nessuno. Chi sarà il prescelto? Mistero. Sappiamo solo che si tratterà di uno degli attivisti di Messina e che lo stesso Beppe Grillo verrà più volte in città a sostenere la sua candidatura. Grillo vuole Messina (probabilmente non disdegna neanche Catania) e questo non è più un mistero.
Che dire, infine, dei già candidati ufficiali se non che sono sempre gli stessi? Nessuna new-entry, ahimè, ma una mezza new-esci sì.
C’è stato un momento, infatti, in cui sembrava che Sergio Indelicato fosse rimasto senza simbolo (quando Sicilia Libera aveva deciso di toglierlo). Ma, appunto, si è trattato solo di un attimo, un flash, un istante. Tolto il primo, l’imprenditore “de noantri” ne ha subito presentato un altro, nuovo di zecca: Autonomisti per Messina.
Menomale, avevamo temuto di perderne uno durante il tragitto. Pericolo scampato.
The show must go on.
“Solito tentativo maldestro di abolire lo strumento democratico delle Primarie. I cittadini non hanno bisogno di questo ma di una politica vera che, attraverso l’ascolto, si occupi dei loro problemi”, ha commentato a caldo Quero.
D’altro canto, così facendo, andrebbe anche a perdere consistenza il nome di Aurora Notarianni, vicepresidente della Sezione Siciliana degli Avvocati giuslavoristi e super favorita di Crocetta.
Per continuare a creare panico, qualcuno ha anche gettato nella “rizza” il nome di Nino Beninati che però dichiara di venire a conoscenza di queste ipotesi solo attraverso i giornali. E poi aggiunge: “Se dovessero chiedermi di candidarmi? Sì, probabilmente mi sacrificherei. Ed utilizzo questo termine perché so in che condizioni è questa città e so che esserne Sindaco non sarebbe un gioco per nessuno, ma una grande, grandissima responsabilità”.
E Liliana Modica? “Appari e scompari così…” recitava una nota canzone nostrana.
Mentre, della serie “per favore non dimenticateci”, il Comitato La Nostra Città di Saro Visicaro ha fatto sapere, attraverso una nota, di non essere stato mai stato contattato da nessuno dei coalizzati ma che, allo stesso tempo, questo non è “un danno grave”. Appunto.
Spostiamoci a destra perché, anche nel Pdl è giunta la new-entry della settimana. Si chiama Dario Caroniti, ultranoto alla cittadinanza, docente universitario (schieratosi apertamente contro il Rettore e gli scandali UNIME delle ultime settimane – era già campagna elettorale?), ex assessore alle Politiche della Famiglia, dei Rapporti con le Chiese e Politiche della Sicurezza nonchè, dopo le dimissioni-Aliberti, anche dei Servizi Sociali.
Caroniti sa benissimo che su di lui, però, pesa una zavorra: “Sembra proprio che non mi si perdonerà mai di avere accettato di fare parte della giunta Buzzanca” ha dichiarato tramite Facebook. Appunto.
Non che Buzzanca si dia per vinto (questo MAI), tanto è vero che l’asse Aennino Buzzanca-Nania (escluso categoricamente dal restante Pdl) è già pronto a far scendere in campo un proprio favorito. Insomma, tremate popoli.
Punto interrogativo è invece Fabio Mazzeo che, da Roma con furore, continua a rilasciare interviste e dichiarazioni a iosa.
Che si candidi, non vi è dubbio. Che possa essere il prescelto Pdl (e allora ciao ciao Caroniti), invece, non si è ben capito.
Altra grande incertezza è il Movimento 5 Stelle che sembra non aver ancora puntato il dito in favore di nessuno. Chi sarà il prescelto? Mistero. Sappiamo solo che si tratterà di uno degli attivisti di Messina e che lo stesso Beppe Grillo verrà più volte in città a sostenere la sua candidatura. Grillo vuole Messina (probabilmente non disdegna neanche Catania) e questo non è più un mistero.
Che dire, infine, dei già candidati ufficiali se non che sono sempre gli stessi? Nessuna new-entry, ahimè, ma una mezza new-esci sì.
C’è stato un momento, infatti, in cui sembrava che Sergio Indelicato fosse rimasto senza simbolo (quando Sicilia Libera aveva deciso di toglierlo). Ma, appunto, si è trattato solo di un attimo, un flash, un istante. Tolto il primo, l’imprenditore “de noantri” ne ha subito presentato un altro, nuovo di zecca: Autonomisti per Messina.
Menomale, avevamo temuto di perderne uno durante il tragitto. Pericolo scampato.
The show must go on.
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