Pubblicato su Messina7, il 5 ottobre 2012
Parlare di musei ed additare l’Italia come Paese-culla di storia e cultura, devo ammettere, è risultato abbastanza semplice. Un 1 a 0 che, tradotto in termini bonariamente sportivi, potrebbe avvicinarsi all’ironica frase: Ti piace vincere facile?
In effetti è vero, ed è proprio per questo che, nel secondo numero della Rubrica, concentrerò la mia attenzione su un campo ben differente: i trasporti.
Qualcuno potrebbe obiettare che parlare di autobus e metro, per una città come Messina, voglia dire sparare senza misericordia sulla Croce Rossa. E, con ogni probabilità, non avrebbe tutti i torti. Ma, a mio favore, posso controbattere che l'argomento merita considerazione e che la mia analisi, in quanto assolutamente imparziale ed obbiettiva, deve sfiorare qualsiasi topic.
Per cui, analizziamo la situazione con calma.
Innanzitutto, partiamo dalle basi. Washington è una città americana e, come la maggior parte di esse, presenta una mappatura di una facilità impressionante. La suddivisione delle strade, infatti, è affidata ad un sistema di lettere e numeri che fa sì che sia quasi impossibile perdersi.
Le vie, piuttosto che possedere ognuna un nome proprio e difficile da ricordare, sono identificate così: da Est ad Ovest, esse procedono per numeri (la Prima, la Seconda, la Terza..) mentre, da Nord a Sud , procedono per lettere in ordine alfabetico (la A, la B, la C, e via dicendo).
Insomma, una piccola premessa che dà l'idea di quanto siano pragmatici gli americani e che, principalmente, aiuta ad introdurre l’argomento centrale: come ci si muove in una città così geograficamente mappata?
I mezzi di trasporto principali sono tre: autobus, metropolitana e taxi.
Gli autobus sono efficienti, non perfetti (bisogna ammetterlo), ma per una giovane messinese come me, il semplice fatto che essi esistano e passino con una certa regolarità rappresenta già di per sé un miracolo, un evento a cui solitamente non sono abituata ad assistere.
A livello di costi, poi, in America è impossibile sgarrare, far finta di dimenticare di timbrare o tentare la sorte e salire senza avere la scheda.
Innanzitutto i biglietti non esistono: o si paga cash oppure si acquista una scheda ricaricabile.
Vi domanderete perché sia impossibile viaggiare “a gratis”.
Semplicemente perché le uniche porte del bus che vengono aperte per salire sono quelle accanto al conducente, e la macchinetta per vidimare/passare la carta è ad un centimetro dal suo braccio. Insomma, o paghi o paghi. Mi rendo conto che molti potrebbero sentirsi a disagio nel prendere un mezzo e sborsare ben 1.60 $ a tratta ma, ahimè, qui funziona proprio così.
Passiamo alle pecche: dopo un certo orario è difficile trovare autobus. La sera, ad esempio, il servizio è limitato e l'unico modo per spostarsi durante notte, quindi, è il taxi.
Ma prima di parlarvi di questo mondo fantastico sarebbe opportuno fare qualche considerazione sulla metropolitana.
Sappiamo benissimo che a Messina non esiste. Certo, obietterà qualcuno, 'abbiamo' il tram, ma preferisco tralasciare questa retorica ironia.
La metropolitana Washingtoniana è davvero di lusso. Bella, comoda, svizzeramente puntuale, scarrozza la gente da un lato all’altro della città con una velocità da record.
Le uniche pecche? Il costo elevato (si paga in base alla tratta, ossia: tratta più lunga, prezzo più alto) e servizio assente durante la notte.
Il che ci riconduce all’argomento che avevamo tralasciato prima: il taxi.
Chi di voi non è mai rimasto affascinato dal numero di volte in cui, nei film americani, gli attori chiamano un taxi? Personalmente, sempre. E, ad essere spudoratamente onesta, mi sono anche sempre chiesta quanto guadagnassero i protagonisti per potersi permettere un taxi per ogni spostamento di 10 metri.
Ebbene, adesso ho trovato risposta a tutte le mie domande.
Innanzitutto, in America, non esiste quella ‘strana perversione’ per cui se chiedi ad un tassista di portarti da un punto A ad uno B (e seguire una linea retta), egli debba necessariamente farti passare da C, D, E e F di modo da aumentare il prezzo della corsa.
Qui l’utilizzo del taxi è comodo ed economico. Talvolta, calcolando le tariffe, si arriva a spendere meno rispetto alla metro (addirittura!).
Insomma, quella del taxi è una cultura vera e propria. I tassisti girano per la città giorno e notte, instancabilmente. Sanno di essere utili e sanno che, non appena scenderà un cliente, ve ne sarà già un altro pronto a prendere il suo posto. A loro non interessa gioire perché qualcuno sale, e quindi costringerlo ad un tour infinito e non richiesto della città. Giocano sui grandi numeri, non su tariffe tarocche, e regalano quella percezione di 'sentirsi importante' che talvolta non guasta.
Tiriamo le somme? God bless America, ed i taxi.
1 a 1 e palla al centro.
[To be continued...]
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