Aria di Primavera, aria di risveglio, aria di cambiamenti.
E’ stata una settimana fervida quella appena trascorsa, almeno a livello politico. Si è finalmente, dopo mesi di notizie fugaci, nomi sballottati qua e là, incertezze e turbamenti, arrivati a comporre il quadro che il 9 e 10 giugno ci vedrà tutti protagonisti alle urne.
Non che ancora non assisteremo a colpi di scena o “sbaragli” dell’ultima ora ma, di certo, i tasselli iniziano a collocarsi nella loro giusta posizione.
E’ così per il Pdl che, come avevamo pronosticato nell’ultimo numero, ha schierato ufficialmente il suo pezzo da 90. Un candidato, quello che si accinge ad iniziare la sua campagna elettorale, con un nome forte. Una storia di “messinesità”, la sua, che tutti hanno sempre saputo apprezzare, anche al di là degli schieramenti politici.
Vincenzo Garofalo, 55 anni, 3 figli, bis-deputato alla Camera, scende in campo e si dichiara pronto per questa nuova sfida.
Dalla sua vanta esperienze nazionali, un partito che nelle ultime elezioni (contro ogni pronostico) ha “non vinto” per poco ed un centrodestra cittadino che, in una mossa di buon giudizio, potrebbe fare alcuni passi indietro ed appoggiare appieno la sua candidatura.
La corrente Aennina di Nania-Buzzanca-Formica, nonostante le recenti diatribe (avevano chiesto le primarie che erano state negate e, per contro, avevano dichiarato di voler ugualmente concorrere alla poltrona con la candidatura di Gianfranco Scoglio) potrebbero infatti fare un dietro front e cercare di arrivare a degli accordi.
Anche perché, se ne rendono conto tutti, spaccature del genere, in un momento in cui il centrosinistra si è mostrato più “democratico” con lo strumento delle Primarie, potrebbe essere un grave errore.
La battaglia intrapresa da Ciccio Palano Quero, Giuseppe Grioli, Felice Calabrò, Pucci Prestipino, Emilio Fragale e Pippo Ramires sembra infatti aver ormai ottenuto il lieto fine.
C’è stato, ad onor del vero, un momento in cui ancora si è vacillato tra “primarie sì e primarie no”, ma ad oggi è davvero acqua passata.
Certo, la misteriosa storia della busta del Presidente Crocetta rimarrà nella memoria messinese per lunghi anni, così come l’amara ironia che negli ultimi giorni è ruotata intorno ad essa.
Giusto per rievocare brevemente la vicenda si ricordi come, dopo aver annunciato la candidatura alle Primarie di Giusy Furnari, Crocetta avesse fatto di tutto per rimandarle, prima, ed annullarle, poi. Il 7 aprile, giorno in cui scadeva il termine di presentazione delle domande, il Megafono aveva anche chiesto una proroga (accettata) e, due giorni dopo, era cominciata a girare la voce di una busta, che si sarebbe dovuta aprire in occasione della conferenza stampa di presentazione dei candidati, all’interno della quale vi era il nome del prediletto crocettiano (non più la Furnari che, nel frattempo, aveva stabilito di non partecipare più alle Primarie).
In pratica, si diceva che il nome (o i nomi perché poi si parlò addirittura di tre buste) c’era ma l’endorsment del Presidente della Regione no.
In realtà, quella mattina a Palazzo Zanca, tutti attesero invano: nessun Megafono (neanche mezzo esponente), nessuna busta, nessuna chiamata, niente di niente.
Solo 6 candidati (quelli sopracitati), un Udc che dichiarava ai suoi “potete votare per chi più gradite”, tanta gente ed un’aria di delusione, mista ad amarezza, per un Crocetta che (lasciatelo dire) diede l’impressione di rispettare poco queste elezioni messsinesi.
Ma, come detto, la storia quel giorno ebbe anche un lieto fine (almeno per i candidati).
Tutto è bene quel che finisce bene, potrebbero pensare in molti.
E’ ufficiale: il 14 aprile, dalle 8 alle 20, tutti i cittadini potranno recarsi negli 11 seggi (12 considerando quello doppio a Piazza Cairoli in cui anche i 16enni e gli extracomunitari potranno votare) e sbarrare il candidato di centrosinistra che riterranno più opportuno per la città.
Dopodiché, hanno fatto sapere dal Comitato Organizzativo, “a scrutinio eseguito, tutti a prendere una birra insieme: chiunque sia il vincitore, festeggeremo ed andremo avanti uniti”.
E’ così per il Pdl che, come avevamo pronosticato nell’ultimo numero, ha schierato ufficialmente il suo pezzo da 90. Un candidato, quello che si accinge ad iniziare la sua campagna elettorale, con un nome forte. Una storia di “messinesità”, la sua, che tutti hanno sempre saputo apprezzare, anche al di là degli schieramenti politici.
Vincenzo Garofalo, 55 anni, 3 figli, bis-deputato alla Camera, scende in campo e si dichiara pronto per questa nuova sfida.
Dalla sua vanta esperienze nazionali, un partito che nelle ultime elezioni (contro ogni pronostico) ha “non vinto” per poco ed un centrodestra cittadino che, in una mossa di buon giudizio, potrebbe fare alcuni passi indietro ed appoggiare appieno la sua candidatura.
La corrente Aennina di Nania-Buzzanca-Formica, nonostante le recenti diatribe (avevano chiesto le primarie che erano state negate e, per contro, avevano dichiarato di voler ugualmente concorrere alla poltrona con la candidatura di Gianfranco Scoglio) potrebbero infatti fare un dietro front e cercare di arrivare a degli accordi.
Anche perché, se ne rendono conto tutti, spaccature del genere, in un momento in cui il centrosinistra si è mostrato più “democratico” con lo strumento delle Primarie, potrebbe essere un grave errore.
La battaglia intrapresa da Ciccio Palano Quero, Giuseppe Grioli, Felice Calabrò, Pucci Prestipino, Emilio Fragale e Pippo Ramires sembra infatti aver ormai ottenuto il lieto fine.
C’è stato, ad onor del vero, un momento in cui ancora si è vacillato tra “primarie sì e primarie no”, ma ad oggi è davvero acqua passata.
Certo, la misteriosa storia della busta del Presidente Crocetta rimarrà nella memoria messinese per lunghi anni, così come l’amara ironia che negli ultimi giorni è ruotata intorno ad essa.
Giusto per rievocare brevemente la vicenda si ricordi come, dopo aver annunciato la candidatura alle Primarie di Giusy Furnari, Crocetta avesse fatto di tutto per rimandarle, prima, ed annullarle, poi. Il 7 aprile, giorno in cui scadeva il termine di presentazione delle domande, il Megafono aveva anche chiesto una proroga (accettata) e, due giorni dopo, era cominciata a girare la voce di una busta, che si sarebbe dovuta aprire in occasione della conferenza stampa di presentazione dei candidati, all’interno della quale vi era il nome del prediletto crocettiano (non più la Furnari che, nel frattempo, aveva stabilito di non partecipare più alle Primarie).
In pratica, si diceva che il nome (o i nomi perché poi si parlò addirittura di tre buste) c’era ma l’endorsment del Presidente della Regione no.
In realtà, quella mattina a Palazzo Zanca, tutti attesero invano: nessun Megafono (neanche mezzo esponente), nessuna busta, nessuna chiamata, niente di niente.
Solo 6 candidati (quelli sopracitati), un Udc che dichiarava ai suoi “potete votare per chi più gradite”, tanta gente ed un’aria di delusione, mista ad amarezza, per un Crocetta che (lasciatelo dire) diede l’impressione di rispettare poco queste elezioni messsinesi.
Ma, come detto, la storia quel giorno ebbe anche un lieto fine (almeno per i candidati).
Tutto è bene quel che finisce bene, potrebbero pensare in molti.
E’ ufficiale: il 14 aprile, dalle 8 alle 20, tutti i cittadini potranno recarsi negli 11 seggi (12 considerando quello doppio a Piazza Cairoli in cui anche i 16enni e gli extracomunitari potranno votare) e sbarrare il candidato di centrosinistra che riterranno più opportuno per la città.
Dopodiché, hanno fatto sapere dal Comitato Organizzativo, “a scrutinio eseguito, tutti a prendere una birra insieme: chiunque sia il vincitore, festeggeremo ed andremo avanti uniti”.
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