domenica 28 aprile 2013

Speciale Elezioni Messina: Buone nuove?



Che a Messina il Partito Democratico di Francantonio Genovese abbia sempre avuto una vita propria, si sapeva già da tempo, ma fino a che punto si sia potuto spingere questo assioma è risultato lapalissiano a seguito degli avvenimenti dell’ultima settimana.
Se, difatti, il PD nazionale di Pierluigi Bersani è riuscito, impegnandosi oltre ogni dire, ad autodistruggersi nell’arco di tre giorni, nella nostra città è accaduto l’esatto contrario. Non solo il PD, dopo l’intricata ed infausta trama delle Primarie, sta riuscendo a ricompattare tutti i suoi pezzi ma, sotto il braccio di ferro di Sant’Antonio, sta addirittura acquistando forza, vigore e nuova linfa.

Attorno al vincitore del centrosinistra, Felice Calabrò, si stanno difatti accorpando liste, listine, movimenti e partiti che, fino ad oggi, avevano preferito non schierarsi apertamente a favore di nessuno.

Innanzitutto tutti i “trombati” delle Primarie che, attraverso dichiarazioni e conferenze stampa post-voto, hanno voluto esprimere pieno appoggio e lealtà all’ormai candidato ufficiale, a patto però che “vengano portati avanti un cambiamento ed una logica politica ben diversi da quelli adottati fino ad oggi”, come ha ribadito Giuseppe Grioli.

In realtà il segretario uscente del PD, bersaniano nell’animo, ha anche posto un’altra condizione rilevante: nella futura Giunta non dovranno esserci ex assessori di matrice Buzzanchiana.

Il che, tradotto in un linguaggio privo di rinvii logici, vuol dire lasciare a casa l’UDC. Possibile?

Posizioni analoghe, ossia di appoggio e lealtà, anche per i Renziani che, a scrutinio avvenuto, hanno diramato una nota in cui auguravano a Calabrò la riuscita nel “difficile compito di ricompattare il centrosinistra messinese e portarlo alla vittoria”.

Stesso sostegno da parte di Sel e di tutti coloro che, a vario titolo, avevano attivamente partecipato allo strumento democratico delle Primarie e scelto insieme l’unico nome da portare avanti.

Ma, come anticipato, a sostenere formalmente l’ex capogruppo PD al Comune nella corsa alle amministrative del 9 e 10 giugno, vi saranno anche altri.

Innanzitutto il Megafono del Presidente della Regione Rosario Crocetta. Ebbene sì, proprio lo stesso che aveva tentato in tutti i modi di sotterrare le Primarie e proporre la candidatura della professoressa Giusi Furnari.

In secondo luogo tutto quel mondo di retroscena D’Aliliano che aveva preferito, fino ad oggi, lasciare i suoi a “briglia sciolta”.

In realtà molti continuano a sostenere che lo zampino dell’UDC abbia giocato un ruolo rilevante anche per la vittoria di Calabrò ma verba currunt e le prove concrete di quanto affermato non esistono.

Esiste però la certezza che l’unione dei big Genovese-D’Alia ha sempre dato grandi soddisfazioni in città.

Soprattutto se si considera che, adesso, a sostenere l’asse di centrosinistra si sono uniti anche gli ex Finiani (FLI) del gruppo Carmelo Briguglio che, con un colpo di coda, hanno deciso di convergere verso l’UDC.

Per i non-addetti ai lavori, questo potrebbe sorprendere, e parecchio. Ma Messina è da sempre considerata autonoma, avulsa dalla realtà nazionale. Una città in cui l’alleanza PD-UDC ha sempre sbaragliato.

Ecco perché il mondo di destra, dopo la candidatura ufficiale del Big Pidiellino Vincenzo Garofalo e la scissione dichiarata dell’altro candidato Gianfranco Scoglio (sostenuto da Buzzanca-Formica-Nania), potrebbe (dovrebbe) iniziare a tremare.

Che vogliano loro stessi, in un atto di autolesionismo gratuito, seguire l’esempio nazionale di Bersani ed autodistruggersi in pochi secondi come i video messaggi di Mission Impossible?

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