domenica 13 maggio 2012

Ti piace vincere facile?


Pubblicato su Messina 7, 11 maggio 2012




Ti piace vincere facile? Bonji, bonji, bon bon bon. Come non ricordare l’allettante pubblicità che, come una chimera, fa sognare ed illuminare di speranze le menti (e le tasche) di tutte quelle famiglie italiane, siciliane e messinesi, ormai ridotte al lastrico?

E, dopotutto, perché non dar credito a chi propina guadagni facili, immediati e sicuri? Qualche spicciolo in tasca ancora (per poco) rimane, perché dunque non tentare la sorte? Magari, con un po’ di fortuna, si potrebbe anche sbancare. Magari, quei numeri sognati di notte potrebbero anche rivelarsi la soluzione a tutti i problemi economici. Magari, quella cinquina e quel Bingo! potrebbero sopperire alla perdita di un recente posto di lavoro. Magari.
E magari, invece, aspettando che la buona sorte arrida, si finisce per divenire dipendenti, ossessivi, burattini di un sogno che sembra sempre troppo vicino per non potersi trasformare in realtà.

Eppure, la realtà, quella vera, è che il gioco d’azzardo, in tutte le sue espressioni e manifestazioni, è diventato un macigno troppo pesante per questo Paese.

Messina lo sa, e con le sue Sale Bingo, Slot Machine dislocate in vari punti della città, Centri Scommesse e tabacchi fornitori di ogni sorta di Gratta e Vinci, è salita in cima alle classifiche dei comuni italiani più attivi in ambito di Gioco d’Azzardo.

Qualche dato giusto per chiarire le idee. Nel 2011, dalle 162 ricevitorie presenti nel territorio peloritano, sono stati riscossi ben 31 milioni di euro (non sono “bruscolini”) e, sempre secondo le statistiche, ogni messinese spenderebbe annualmente circa 1000 euro tra Turisti per Sempre, Miliardari, Buon Compleanno, Totocalcio e Win For Life.
Senza considerare poi i “giri d’affari” che ruotano attorno a Bingo e Centri Scommesse.

“L’altra sera le mie amiche mi hanno portato al Bingo, io non c’ero mai stata, eppure ero curiosa di vedere come funzionasse quel gioco. Speravo di vincere qualcosa ma, innanzitutto, i numeri venivano estratti troppo velocemente, non riuscivo a seguire, mi confondevo. E poi mi sono accorta che in meno di un’ora avevo perso circa 50 euro”.
Laura è una signora di mezza età, non si sente dipendente dalla “vincita facile”, però rientra in quella tipologia di soggetti che non disdegnano una giocatina ogni tanto, soprattutto al Lotto.
“La cosa che mi ha più sconvolto quella sera, oltre alla perdita così veloce di 50 euro, è stata l’espressione delle persone attorno a me. Si trattava di gente abitudinaria, si conoscevano tutti. C’era una signora, l’ho vista, ad un certo punto era rimasta senza soldi, allora si è allontanata verso le toilettes. E’ rientrata 20 minuti dopo con 10 euro in tasca, si è seduta e, impassibile, ha continuato a giocare. Dove avesse preso quei soldi, non ne ho idea”.

E’ un appuntamento fisso, il loro. Un appuntamento con la sorte, con la voglia di rischiare, o semplicemente con la consapevolezza che, tanto, più in basso di così non si può andare.

Esiste però un confine tra gioco, divertimento, malattia e patologia, un confine che, talvolta, è troppo difficile da riconoscere.
Gli esperti lo chiamano “gioco d’azzardo patologico” e si tratta, senza se e senza ma, di una vera e propria dipendenza: aumenta la frequenza delle giocate, aumenta il tempo passato a scommettere, aumenta la somma spesa (nel tentativo di recuperare le perdite), aumenta il cattivo umore e la depressione.

A Messina esistono alcuni centri specifici che operano in questo settore, sono i Sert (Servizi Tossicodipendenze delle Asl) e rappresentano delle realtà nate proprio per supportare, ed aiutare, i soggetti affetti da questa dipendenza (detta anche “senza sostanza”) ed a seguirli in un percorso di riabilitazione.

“Non so se posso considerarmi dipendente. Quando passo di fronte ad un tabacchino ho sempre la tentazione di entrare e spendere un euro, così, giusto per vedere se è il mio giorno fortunato”.
Luca, 25 anni, è un disoccupato con tanti sogni nel cassetto. Sa benissimo che quello non sarà mai il suo giorno fortunato, né quello, né tutti gli altri.

La domanda, allora, non è Ti piace vincere facile?, la domanda è Quanto costa tentare di vincere facile?
Talvolta la vita stessa.

3 commenti:

  1. Io invece, ormai sono diventato "crocittidipendente" ti leggo su facebook ed anche su "Messina 7 " che prendo dal Bar dove faccio solitamente colazione.Ottimo anche l'articolo "Oltre la libertà" che dipinge l'anima e la realtà carceraria di Messina.Ti auguro di diventare una firma giornalistica importante al pari dei mitici Zavoli,Biagi,Bocca,Fallaci e chi più ne ha più ne metta e di varcare i confini siciliani.Sei in gamba e veramente brava

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  2. Grazie mille Michele! Per le parole, l'augurio e l'accostamento a grandissime firme (a dir la verità, sono arrossita!). Questo mondo del giornalismo è difficile ma, come si suol dire, chi non risica non rosica. E poi, chissà!
    Un forte abbraccio, e complimenti per le tue vignette!
    Sempre in gamba Mic

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  3. Chissà che in un prossimo futuro,magari possa nascere una collaborazione del tipo un'inchiesta giornalistica corredata da qualche mia vignetta.Ne sarei bel lieto

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