domenica 17 giugno 2012

Musica, divertimento e tarantella: i Sud Sound System sbarcano in città

Pubblicato su I Vespri, il 16 giugno 2012.

Foto di Enzo Laurendi

Sono scesi da un pulmino targato Salento, i loro occhi traboccavano di grinta ed entusiasmo e, sul palco, non hanno disatteso le aspettative di nessuno.
Quel sabato sera, quel 9 giugno 2012, il Centro Multiculturale Officina di Messina si è trasformato in un luogo ove la parola d'ordine era 'salta, e fallo divertendoti'.
La musica, il ritmo, la carica che si espandeva nella sala era quella giusta per metter da parte volti seri e monotoni, e lasciarsi trasportare dall'onda dell'allegria.
Quando all'apertura dei cancelli, i fans si sono introdotti nelle Sale, sapevano già che la loro serata sarebbe stata indimenticabile.

Innanzitutto, sold out immediato. Era da tanto, troppo tempo, che la città aspettava una band dal genere così ritmato, al confine tra note giamaicane e quel dialetto locale che ha sempre un retrogusto di famigliarità per chiunque viva da Roma in giù.
E poi, l'accoglienza musicalmente pertinente.
Sulle note introduttive dei Boo Daci's Crew, la band che ha ufficialmente aperto la serata,  i motori hanno cominciato a scaldarsi, pronti e scattanti per accogliere loro, i Sud Sound System e il loro raggamuffin italiano.
"A differenza di tanti altri artisti rap filo americano, i Sud Sound System hanno avuto la capacità di entrare nel cuore delle persone, grazie alla ritmica giamaicana reinterpretata in modo originale attraverso il dialetto e le tematiche che riguardano ancora oggi le città del Salento, del meridione e dell'Italia in generale", ha dichiarato Ciccio Timbro, tra gli organizzatori dell'evento.
Ed in effetti, ciò che rende questo gruppo così appetibile agli occhi dei ragazzi è soprattutto il saper parlare una lingua comune, una lingua che sa di unione e fratellanza, una lingua che mette tutti sullo stesso piano, quello culturale.
I Sud Sound System hanno la capacità di esprimere tutto questo attraverso una musica che trascina e smuove gli animi, ma ancor prima le gambe.
"Non ho mai saltato così tanto in vita mia", ha urlato Laura mentre la band eseguiva il suo celeberrimo 'Le radici ca' teni'.
Dialetto salentino, ballate di pizzica e taranta: resistere alla tentazione di muoversi era impossibile.
E così, tra un "pe stasira ce na festa, ne sciamu a ballare" ed un "Se nu te scierri mai delle radici ca teni, dai chiu valore alla cultura ca tieni", è stato un delirio di divertimento e spensieratezza.
Era il lontanissimo 21 gennaio del 1989, quando una piccola band che si faceva chiamare SSS si esibiva per la prima volta fuori dal Salento, nel centro sociale Leoncavallo di Milano.
Da allora, in ben 23 anni di storia, i Sud Sound System hanno girato l'intera Penisola, ogni volta con un entusiasmo nuovo, ogni volta lasciando qualcosa nel pubblico, ogni volta facendosi amare.

Anche per Messina è stato così.
Papa Gianni (Giovanni Rollo), GGD DJ (Pierluigi De Pascali), Terron Fabio (Fabio Miglietta) , Nandu Popu (Fernando Blasi), Don Rico (Federico Vaglio), sono sbarcati in questa Isola meravigliosa e, con la loro hallmusic reggae, hanno fatto poker d'assi.

Il loro repertorio era immenso, ma sul palco di quel sabato sera la band ha riportato i successi più amati, da “Sciamu a ballari” a “Le radici ca teni”, da “La gioia ca crea” a “Casa mia”, da “Radici della violenza” a “Beddrha Carusa”.
Un successo, un’emozione esilarante.
“Evento Semplicemente perfetto! Grande divertimento, tra balli scombinati, rilassati e molleggiati!”, è stato il commento di un altro fan della serata.
E per 3 ore, l’unico movimento che si poteva osservare in quell’Officina era il saltare, su e giù, come un’unica molla, di circa mille persone.
Insomma, chapeau.

"Facciamo del nostro meglio per regalare a questa città l'alternativa che merita", hanno commentato gli Officina mens a serata conclusa.
E la città, stanca ma strafelice, ha urlato il suo più sincero "Grazie!".
Ormai l'estate è alle porte e, tra corridoi e stradine, si vocifera di ulteriori date e conferme.
Per il momento però nulla di certo, per cui non rimane che attendere nella certezza che la direzione intrapresa sia davvero quella giusta.
Tempi bui attendono questa generazione, ma 'un salto contro la crisi' può essere di sicuro un ottimo slogan per la rinascita.

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