domenica 6 gennaio 2013

Sigarette elettroniche: corsa al salutismo o corsa al risparmio?




2013, anno nuovo, vita nuova. Inutile nascondersi dietro un dito, il must di ogni primo gennaio è sempre e solo uno: carta, penna e una sfilza infinita di buoni propositi. Che, ad esser proprio sinceri, sono sempre gli stessi da una vita: perdere il fantomatico kiletto di troppo, essere più gentili verso il prossimo, smettere di esagerare con vino e derivati, diventare più puntuali di un orologio svizzero, iscriversi in palestra, dichiarare ‘mai più comprare smalti che non userò mai’, dire no al colesterolo e dire no al fumo.

E’ un ‘listone’ talmente arcinoto che verrebbe approvato, eletto e riproposto ovunque dalla stragrande maggioranza e senza difficoltà di opposizioni.

A dir la verità, sappiamo benissimo che il 99% di queste buone intenzioni rimarrà tale.

Basti pensare a quante volte, nell’arco di un anno, la nostra mente produce la frase “da lunedì mi metto a dieta” (che falsità) o quante volte un fumatore guarda fisso davanti a sé e dichiara con fermezza “questa è l’ultima sigaretta”.

Eppure, almeno in questo ultimo settore, il 2013 sembra aver portato con sé grosse novità.

E’ successo tutto d’un tratto, nessuno voleva crederci, neanche le stesse sigarette, ma d’improvviso il salutismo ha iniziato a pervadere l’animo di ogni incallito smoker. Inutile opporsi alla realtà dei fatti: ovunque voi andiate, vi ritroverete circondati da gente che sta cercando di smettere di fumare.

Fate una prova: entrate in un bar o in un ristorante, o semplicemente nel negozietto dietro casa, date uno sguardo intorno, attendete cinque minuti e, improvvisamente, lo noterete.

All’inizio vi sembrerà soltanto che il signore di fronte stia prendendo la sua strana penna dal laccio accuratamente fissato al collo, forse per firmare qualche assegno o forse perché si tratta di Brad Pitt e voi ancora non l’avete riconosciuto.

In realtà nessun autografo, nessuna fama mondiale e, ahimè, nessuna penna. Il signore di fronte a voi sta semplicemente afferrando la sua sigaretta elettronica, la sta delicatamente portando alle labbra inalandone, con soddisfazione, il contenuto.

La chiamano e-cigarette e si tratta di quel dispositivo che ultimamente sta esplodendo come moda collettiva. Il suo meccanismo è elementare e vicinissimo alle tradizionali sigarette, pipe o chicchessia: il ‘fumatore-non fumatore’ inala, attraverso il filtro, il vapore di una soluzione liquida.

Nicotina? Dipende dalla volontà, forte o debole, che il soggetto ha di dire no al fumo. Esistono difatti liquidi di ogni genere e contenuto: senza nicotina, con nicotina, con poca nicotina, alla vaniglia, agli agrumi, alla liquirizia, a tutto insomma. Ed udite, udite, anche al cognac. Così si smette con un vizio e si comincia con l’altro senza neanche passare dal Via.

E allora c’è chi urla alla truffa e chi, dall’alto della sua autorità, dichiara che le sigarette elettroniche sono pericolose (vedi ultime conclusioni del Ministero della Salute), c’è invece chi ha deciso di entrare nel mercato degli affari ed aprire negozietti ad hoc e c’è chi è talmente convinto della bontà di questo mezzo da aver deciso di regalarne a destra e a manca durante il periodo delle feste.

Ma al dì là degli effetti benefici o meno di questo nuovo modo di aiutare gli smokers, vi sono da fare delle considerazioni più profonde.

Inutile negare che dietro questa voglia collettiva, ed improvvisa, di abolire la vecchia sigaretta, se ne celi una dal retrogusto economico e sociale.

In poche parole? In questa corsa al benessere vitale, c’è anche chi ha messo le mani in tasca, ha fatto due conti col suo portafoglio ed ha stabilito che 5 euro al giorno per un pacchetto di sigarette non ci sono più.

“Mi chiamo  Luca, ho 35 anni e fumo da quando ne avevo 20. Si inizia sempre così, per gioco, con gli amici. Poi però subentra il vizio: prima 5 sigarette al giorno, poi 10, poi un pacco… Fino a tre mesi fa, fumavo 2 pacchetti al giorno. Avevo un lavoretto, gran parte dello stipendio lo spendevo in sigarette. Mi hanno licenziato e oggi sono disoccupato, le sigarette non posso più mantenermele. Certo, ho sempre pensato di smettere di fumare, ma mai per denaro. Oggi, invece, mi ritrovo ad andare avanti con la sigaretta elettronica”.

“Quindi hai smesso più per una questione economica?”

“Assolutamente sì. Una volta comprata una sigaretta elettronica non hai più bisogno di comprarne altre, l’unica cosa da cambiare sono o i filtri o il liquido, a seconda dei modelli”.

“E questo ti basta? O rimane sempre il desiderio del sapore di una vera sigaretta?”.

“Quello non se ne va mai. Specialmente dopo il caffè o nei momenti di stress. Però la nicotina che c’è nel liquido (non mi va di rinunciare anche a quella) riesce a calmare la mia voglia. E, se devo dirla tutta, da quando ho l’e-cegarette ho anche ripreso a fare sport, e la cosa non mi dispiace”.

“Insomma, a conti fatti: soddisfatto o rimborsato?”.

Lui dichiara “soddisfatto”. Ma se lo rimborsassero di tutto quanto speso per le “bionde” non avrebbe proprio nulla da obiettare.

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